
Benvenuto nel sito della famiglia Pasuch (o Pazuch, in qualche variante brasiliana). Questo è uno spazio progettato per accorciare le distanze e condividere un po' della storia della nostra famiglia, dal suo inizio ad oggi. E la storia non si ferma. Vogliamo che tutti i Pasuch, siano essi parenti vicini o lontani, facciano di questo sito il loro spazio per promuovere la storia della famiglia, per scambiarsi messaggi, immagini, video, idee. Facciamone buon uso e contribuamo insieme a costruire, da ogni parte del mondo, questo sito.
Un sbracio!
DOVE È LA FAMIGLIA PASUCH
Da dove viene la famiglia Pasuch? Dove è stata? Quanti ne sono i componenti e che cosa hanno rappresentato per la storia? Una qualche risposta abbiamo cercato di darla nelle seguenti pagine di questo libro che vuole solo riempire, sia pur in parte, alcune delle tante lacune che la nostra storia ci presenta. Questo è un lavoro che non ha comunque l'intenzione di dare una risposta definitiva.
L'idea di scrivere un libro per tutta la famiglia Pasuch che vive in Brasile fu un’idea orginale: si tratta infatti della prima opera di questo genero. La base di quest’iniziativa è stata gettata nel 1975. In quell'anno si sono svolti dei festeggiamenti per commemorare il centenario dell’immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul. Così, nel 1991, in occasione delle celebrazioni per l’immigrazione italiana in Brasile, Agostino Pasuch ci ha presentato il Centenario della famiglia Pasuch in Brasile. L’opera voleva ricordare, appunto, un secolo di immigrazione della famiglia in Brasile. Ciò è stato possibile solo perché l'autore aveva una certa conoscenza dell’immigrazione europea nel sud del Brasile, argomento che aveva studiato nei primi anni ‘70 nel Campus di UCS (Universidade de Caxias do Sul, RS).
Agostino Pasuch ha potuto contare anche sull’aiuto di un piccolo gruppo di suoi dipendenti che hanno raccolto le storie, le informazioni, i nomi e gli indirizzi dei nostri cari parenti sparsi in tutto il Brasile e nel mondo.
Questa seconda edizione del libro della famiglia Pasuch sarà più completa della prima perché contiamo su un numero maggiore di collaboratori. Collaboreranno questa volta con i Pasuch del Brasile anche parenti che vivono in Italia. Dall’Italia collabora principalmente Egidio Pasuch che si occupa della cittá di Sedico dove nostri antenati sono partiti. Il lavoro intitolato "Centoventi anni di Famiglia Pasuch in Brasile", più che di raccogliere dati e informazioni, desidera unire tutta la famiglia che si è distribuita in ogni angolo del Brasile e del mondo. Si intende così migliorare i nostri legami di amicizia e fornire un omaggio ai nostri antenati, senza il sacrificio dei quali non saremmo quello che siamo oggi.
La nostra epoca, preoccupata del futuro, guarda spesso con disprezzo al passato, come se i nostri antenati non avessero fatto nulla per costruire ciò che siamo noi oggi. Al contrario, oggi siamo anche un po’ di ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato in eredità. Non abbiamo fatto altro che arricchire quel nostro patrimonio. Ciò che era buono e bello è diventato ancora migliore. Pertanto, l’eco di quegli eventi lontani nel tempo e nello spazio arriva fino a noi.
Facciamo parte di una società che soffre di una frenetica evoluzione, senza avere il tempo di assimilare tutto questo. Ma non potremo mai capire bene il presente se non possiamo conoscere abbastanza il passato. Se così non è, la preoccupazione si trasforma in angoscia perchè non possiamo interpretare la realtà in cui viviamo, perché noi non possiamo cambiare quello che non conosciamo. Per questo dobbiamo ricordare le lezioni che i nostri antenati ci hanno lasciato in modo da ottenere ancora maggiori successi nel futuro.
Non potremo mai ricordare abbastanza tutto quello che i nostri valorosi e coraggiosi antenati hanno fatto per noi, nè potremo mai ringraziarli abbastanza. I ricordi impressi nella nostra mente, nel nostro cuore, sono tutto ciò che ci resta del nostro comune passato, un passato che può essere valorizzato per noi e per le generazioni future. La storia non può essere interamente ricostruita perché i fatti non arrivano chiari fino a noi. Le immagini sono deboli e le voci sussurrano cercando di raggiungerci, senza che molte volte possano ottenere alcuna risposta. Le fonti sono vecchie e molto incomplete. Ma ciò che abbiamo e ricordiamo sarà scritto in questo libro.
Grazie al coraggio di quel piccolo numero di immigrati provenienti dall'Italia affrontando generosamente la pioggia ed il sole, il mare e la terra, il giorno e la notte, siamo arrivati ad essere oggi, in Brasile, più di mille che tengono vivo il nome dei Pasuch. Per tutto questo, noi rendiamo grazie perché siamo la storia viva dei nostri antenati che hanno conquistato la distanza e il tempo, la distanza tra l'Italia e il Brasile e il tempo che intercorre tra 1891 e 2011 in un'avventura di 120 anni.
AGOSTINHO PASUCH
CARTA DE GIOACHINO BRATTI A AGOSTINHO PASUCH
Egregio Signor Agostinho Pasuch
NOVA ROMA DO SUL - RS – Brasile
Caro signore Pasuch,
ci ha fatto molto piacere ricevere una copia del Suo lavoro “Raìzes italianas do Brasil – Famiglia Pasuch, 1891 – 2011” scritto con tanta passione, con tanto amore per le proprie origini e frutto di una ricerca paziente, lunga e accurata.
Naturalmente ne daremo giusto e adeguato rilievo in uno dei prossimi numeri del nostro mensile “Bellunesi nel Mondo”.La ringrazio anche della Sua bella lettera in cui pure traspare l’affetto per la Sua terra d’origine e per quelli che tanti anni fa furono costretti a lasciarla per cercare un futuro in Sudamerica.
Speriamo che questa sia pure l’occasione per un legame costante e proficuo con la nostra associazione, alla quale L’invito ad iscriversi.
Ringraziando La, La saluto cordialmente. ... vicini e lontani, mai soli!
Gioachino Bratti – Presidente Associazione Bellunesi nel Mondo – Belluno.
ASSOCIAZIONE BELLUNESI NEL MONDO
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IMMIGRAZIONE ITALIANA IN BRASILE
Gli intrepidi immigrati italiani che sono venuti in Brasile non sono più tra noi, ma la sua influenza e dei loro discendenti è presente nella composizione della cultura brasiliana. Inoltre, l`italiani sono protagonisti di molte delle trasformazioni del suo tempo, come l'abolizione della schiavitù, l'espansione del settore agricolo, il consolidamento delle esportazioni di caffè e dell`industrializzazione del paese. Si stima che dal 1870 al 1970, circa 28 milioni di italiani lasciarono l'Italia e si diffusero in tutto il mondo. Oggi circa 5 milioni di italiani nati in Italia vivono in altri paesi. Sommando gli italiani nati in Italia e di origine italiana, vivono sparsi per il mondo 60 milioni di persone di origine italiana, che equivale al totale della popolazione d'Italia nel 2010. Di questo totale, 45 milioni di discendenti vivono in Brasile, Argentina e Stati Uniti.
I due periodi di grandi flussi di emigrazione si è verificato tra gli anni 1875-1915, e dopo la Prima Guerra Mondiale, durante gli anni 1920-1929. Secondo i dati dal libro Dall'altra lato dell'Atlantico di Angelo Trento, tra il 1880 e il 1924, 5 milioni di italiani emigrarono per il Stati Uniti, 2,4 milioni per l'Argentina e 1,3 milioni al Brasile. Gl’italiani anche immigrarono per il Uruguay, dove nel 1976 erano 1.300.000 di discendenti, equivalendo a 40% degli abitanti di questo paese.
Prima del 1860 la regione del Veneto, di dove la famiglia Pasuch migrò, faceva parte dell'Impero austriaco. Tale regione fu annessa all`Italia solo in 1866. In questa regione c’è anche la città di Sedico, da dove venne la famiglia Pasuch alla città di Antônio Prado a Rio Grande do Sul. L`immigrazione di famiglia Pasuch nel 1891 al Brasile è stata motivata dalla mancanza di terra fertile nella loro comuna, inoltre la terra chi si poteva coltivare con granoturco, frumento e viti erano solo in potere dei nobili. Né c'erano molte industrie per impiegare la forza di lavoro della mano di opera della popolazione, perché aveva poche miniere e segherie.
Tra il 1810 e il 1926, circa 1,5 milioni di italiani emigrarono per il Brasile, provenendo principalmente dal Veneto. La maggior parte è andato allo Stato di São Paulo, circa di 70% del totale. L'altro 30% ebbero stabilito nel resto del territorio brasiliano. Dopo São Paulo, Rio Grande fu lo stato che ha ricevuto più immigrati italiani, provenienti soprattutto dal Veneto. Gli stati del Sud, Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paraná, tra il 1875 e il 1887, sono stati i principali destinazioni per gli italiani in Brasile. Nel 1875, anno ufficiale della Grande Immigrazione italiana nel Brasile, fino al 1914, circa 100.000 immigrati italiani si stabilì a Rio Grande do Sul, soprattutto nell nord-est dello stato in nove colonie italiane: Dona Isabel (Bento Gonçalves), Conte d'Eu (Garibaldi), Caxias do Sul, Nova Trento, Nova Vicenza, São Marcos, Alfredo Chaves, Antônio Prado e Encantado. Questa immigrazione italiana ha rappresentato il 45% degl`immigrati europei che sono venuti allo Stato di Rio Grande do Sul in questi anni. La maggior parte degli immigrati italiani che si insediarono in Rio Grande do Sul è oriunda del Veneto. Una delle motivazioni degli immigrati Veneto di venire a sud del Brasile è stato quello di acquisire la propria terra per riprodurre le condizioni di vita che avevano in Italia. Sono venuti con tutta la famiglia, i nonni, genitori, figlie, zii e nipoti. L`altro aspetto positivo fu il clima perché il Sud del Brasile è freddo come il Nord d`Italia da dove sono venuti gli immigrati, con temperature minime fino a 10 gradi Celsius negativi nel inverno.
Secondo i dati stimati dalla Ambasciata d'Italia, oggi vivano in Brasile circa 28 milioni di discendenti di italiani e 114.000 nati in Italia. Pertanto, il Brasile ha la più grande comunità di oriundi nel mondo, cioè, discendenti di italiani, perché le famiglie avevano molti figli. Inoltre, 300.000 discendenti di italiani, che vivono in Brasile, hanno anche la cittadinanza italiana. Nel Sud del Brasile sono 9 milioni i discendenti di italiani e 63.000 nati in Italia. Nello Stato di Rio Grande do Sul sono 5 milioni di discendenti e 36.000 italiani, in gran parte dalla regione del Veneto, Provincia di Belluno, Nord di Italia. Nel Paraná e Santa Catarina vivono 4 milioni di discendenti e 27.000 nati in Italia.
Alla fine del XIX secolo circa il 60% delle persone che migrò in Brasile erano italiani. Di italiani che abbiano emigrati dall’Italia 35% è venuto in Brasile. Secondo le statistiche italiane, tra il 1836 e il 1960, 1.443.619 italiani emigrarono per il Brasile, e secondo le statistiche brasiliane gl’immigranti sono stati 1.662.647.
Quando gli italiani dal Veneto hanno incominciato ad arrivare al Rio Grande do Sul nel 1875, principalmente nella regione nord-est del Stato, le regioni piane erano già ocupate dai tedeschi sin dal 1824 con la fondazione della città di São Leopoldo. Così gli italiani hanno dovuto di installarsi nelle montagne della regione, denominata in quel tempo “Campi dei Bulgheri”, oggi Caxias do Sul. Il nome della città di Caxias do Sul, secondo alcuni, deriva di cascina, che significa casa coloniale. Nei colonie italiane i lotti sono ceduti dal governo per essere pagati con lavori in opere pubbliche, come la costruzione di strade e ponti. Nei primi anni dal arrivo degli immigrati non aveva infrastrutture, non più di una baracca di legno e la floresta tutta per rovesciare.
Nel Sud gli italiani si sono stabiliti in piccole aziende agricole che sono stati acquistati e pagati con duro lavoro e impegno. Ogni famiglia ha ricevuto tra i 25 e 60 ettari, che dovrebbe iniziare a pagare dal secondo anno, vale a dire dopo il primo raccolto. Gli immigrati hanno ricevuto gli strumenti dal governo per pulire il terreno e costruire una casa. Anche durante il primo anno ogni immigrato aveva il diritto di essere impiegato tre volte alla settimana come impiegato in opere pubbliche, di solito in costruzione di strade e ponti, per assicurare la sopravvivenza di immigrant italiano fino alla prima raccolta. Nel 1920, nel Sud di Brasile, ci sono stati 18.000 le proprietà degli italiani e loro discendenti, che aveva una superficie di circa un milione di ettari.
A causa dell’isolamento, gli immigrati italiani e loro discendenti, hanno riprodotte le condizioni di vita che avevano in Italia, con la sua produzione di uva, grano turco e frumento. Nel tempo di riposo realizzavano il Filó, che sono stati momenti in cui le famiglie si riunivano in una cucina al lato della casa per raccontare storie, cantare, ballare, bere vino, mangiare salame, formaggio e polenta. Il linguaggio utilizzato era il Talian, una variante del dialetto veneto usato in Rio Grande do Sul fino ad oggi.
Caxias do Sul è stato al centro di immigrazione italiana nello Stato di Rio Grande do Sul nel 1898 e la città aveva in quel`epoca 25.000 abitanti, di cui 23.000 dei quali erano italiani. La maggior parte dei coloni italiana del Rio Grande do Sul, circa il 95% degli immigrati hanno continuato a vivere dell`agricoltura fino a la Seconda Guerra Mondiale. La migrazione di massa iniziata nel 1875, ebbero avuto il suo apice tra il 1891 e il 1892, periodo in cui l'immigrazione dal`Italia al Brasile sono sovvenzionata dal governo brasiliano.
Le stime del Ministero degli
Affari Esteri d'Italia, relativi i dati di 2001, Rio Grande do Sul tiene 2.240
milioni di discendenti di italiani, che rappresenta il 22% della popolazione. Santa Catarina ha 3,2
milioni, uguale al 60% della popolazione e il Paraná ha 3.740.000 che
rappresenta il 39% della popolazione. São Paulo ha la più grande
popolazione di origine italiana: 11.090.000, una cifra che rappresenta il 30%
della popolazione dello Stato. Solo la capitale di São
Paulo ha 6 milioni di discendenti, concentrati in quartieri come Mooca, Brás,
Barra Funda e Bexiga. Pertanto, Sao Paulo è la più grande comunità di
discendenti di italiani in Brasile.
Bibliografia di riferimento
BARBOSA, Fidelis
Dalcin. Antônio Prado e la sua storia. Porto Alegre: Facoltà di
Teologia San Lorenzo da Brindisi, 1980. 288 p.
BATTISTEL, Vitor. Pannelli del passato: la storia di Frederico Westphalen a sessanta quadri di letteratura piacevole. Frederico Westphalen: Marin Gráfica Ltda, 1969. 246 p.
BERTONHA, Fabio Giovanni. L'immigrazione italiana in Brasile. São Paulo: Saraiva, 2004. 64 p.
FURLAN, Oswaldo Antonio. Brava e Buona gente, cento anni in Brasile. Florianópolis: Ed. Del Autore, 1997. 486 p.
COSTA, Rovílio. Gli abitanti di Antonio Prado. EST: Porto Alegre, 2007. 1104 p.
TRENTO, Angelo. Attraverso
l'Atlantico. Trad. Mariarosaria Fabris e Eduardo Brandão. São Paulo: Nobel: Instituto
Italiano di Cultura di San Paolo: Instituto Culturale Italo-Brasiliane, 1988.574 p.